Non dovrei scrivere oggi probabilmente. Pioviggina, fa freddo nonostante sia aprile e ci sono un paio di cosucce che mi infastidiscono.
Non dovrei scrivere per non sembrare negativa, per non scadere nella polemica o nel borbottìo.
Ma scrivere è l'unico modo che ho per incanalare l'energia negativa che mi porterebbe a discutere, litigare, polemizzare, offendermi, urlare e magari piangere.
In questo modo invece va tutta nelle dita che più velocemente del solito scorrono sulla tastiera premendo ogni tasto con vigore cercando, ad ogni "tic" di far uscire tutta la frustrazione.
Quella di sapere che l'energia che hai, quella positiva, quella che costruisce e genera, è lì a far niente, lasciata sola e abbandonata a macerare con il rischio sempre più reale di vederla sfumare con il passare del tempo
E' lì, silenziosa e in attesa di poter essere utilizzata senza ogni volta scontrarsi con le ambizioni e gli egoismi altrui, quelli che calpestano i tuoi buoni propositi di mettercela tutta, di resistere e persistere nella visione positiva e propositiva.
Aspetta di poter emergere, di poter dimostrare il vero valore, quello di cuore che ti fa ancora rabbrividire e meravigliare davanti alle ottusità di chi pensa solo a sè e ai suoi singoli interessi.
Sta lì, e si affievolisce piano piano, scende sempre più in basso, nel buco nero della rassegnazione da cui è sempre più complicato farla emergere.
La paura è di vederla svanire per non tornare più.
E allora sarà troppo tardi. Troppo, troppo tardi.
Che amarezza.
1 polipo
3 cucchiai di olio Evo
sensero da grattugiare
olive taggiasche
Cuocere il polipo in pentola a pressione per circa 40 minuti e lasciarlo raffreddare nella sua acqua di cottura.
Privarlo della pelle, tagliarlo grossolanamente e passarlo su una piastra già ben calda lasciandolo grigliare un paio di minuti per lato.
Tagliarlo a pezzi più piccoli, metterlo in una ciotola e condirlo con l'olio, lo zenzero grattuggiato ed una manciata di olive. A piacere si può aggiungere una spruzzata di limone.
Servire tiepido o freddo.
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